Mazzunno

Chiesa Parrocchiale di San Giacomo Apostolo

L’attuale edificio risale al sec. XVII. La facciata ha di particolare interesse il portale, in pietra di Sarnico, e il protiro sostenuto da due colonne in arenaria. L’interno è a navata unica, con lesene in stucco marmorizzato che la dividono in tre campate. La volta è a botte unghiata nella navata, mentre nel presbiterio è una volta a schifo. I medaglioni affrescati della volta della navata raffigurano: la Pesca miracolosa, il Discorso della Montagna e la Decollazione di San Giovanni Battista. Nella volta del presbiterio troviamo, nell’affresco centrale, San Giacomo in gloria e ai lati altri due riquadri con il David e il Mosè con le tavole della legge. Sono opera di Domenico Quaglio, realizzate nel 1754. Di notevole interesse i due altari laterali: quello di sinistra (sec. XVIII) è dedicato alla Vergine ed ha la soasa in legno interamente scolpita. Un tempo a lato di questo altare, erano presenti due statue in legno policromato raffiguranti S. Giacomo e S. Bartolomeo (provenienti dalla bottega dei Ramus), oggi scomparse. L’altro altare, posto difronte, ha paliotto molto ricco in scagliola, e soasa anch’essa in stucco con due colonne tortili di colore nero con ramo a fiori colorati e una ricca cartella fiancheggiata da lesene contrapposte e con ghirlande di foglie con nastri. In presbiterio è l’altare maggiore, di grande ricchezza e belle linee (sec. XVIII). Bella è la mensa con un medaglione a rilievo, in marmo di Carrara, raffigurante la Madonna in gloria adorata dai Santi Giacomo e Bartolomeo. La soasa, dalle linee mosse, leggermente concava nella parte centrale, è racchiusa da due lesene che sostengono una ricca cimasa con volute spezzate laterali su cui sono due angioletti a tutto tondo e, nel centro, la colomba dello Spirito Santo. La pala, ottima opera del sec. XVII, raffigura la Madonna col Bambino in gloria con i Santi Giacomo e Bartolomeo.

Nel 1973 la chiesa ha subito lavori di ristrutturazione e di ridipintura dell’interno.

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Chiesetta di San Rocco (o dei Morti)

La cappella è situata a destra della parrocchiale: la parte anteriore è quattrocentesca e in origine aveva tre lati aperti come altre cappelle della Valle (S. Antonio a Breno, Cappella del Cimitero di Montecchio ecc.). In epoca successiva, nel sec. XVIII, è stata aggiunta ad est una seconda campata. All’esterno è possibile vedere l’originario arco acuto, oggi chiuso, nel quale è stata aperta la porta architravata in arenaria grigia, fiancheggiata da due finestrelle rettangolari. L’interno è suggestivo. La parte anteriore ha la volta a crociera interamente affrescata. Nel centro è raffigurato il monogramma di Cristo, nelle vele, entro tondi, arcangeli  e all’esterno dei tondi i simboli dei quattro Evangelisti, da un lato e dall’altro anfore con frutta e vasi. Sulla parete di sinistra, nella lunetta, racchiusa da ricca cornice con motivi decorativi è la Natività con San Sebastiano, San Giovanni da un lato e dall’altro San Rocco. In basso una scritta dove si legge “HOC OPUS F… F PF… 1530”.

Sotto è la Madonna col Bambino al centro; a sinistra San Bartolomeo e San Giacomo, a destra San Rocco e San Sebastiano; a destra poi un’altra Madonna col Bambino. Per affinità stilistiche questi affreschi sono da collegare con quelli della volta della Cappella di Santa Marta del Santuario della Maddalena di Bienno attribuiti a Paolo da Cailina il Vecchio.

La cappella settecentesca ha nella volta medaglioni con cornice a rilievo in stucco. Essi raffigurano, in quello centrale, l’Immacolata accolta dal Padre Eterno in Cielo e, quelli degli angoli, quattro Angeli con i simboli del Sole, della Falce, della Luna, con specchi e stelle. Questi affreschi sono della metà del settecento di buona fattura attribuibili  a Carlo Innocenzo Carlone. Sulla parete di fondo pregevole altare interamente in legno con pala raffigurante la Madonna con Bambino in gloria, San Sebastiano e San Rocco.

 

Fonti bibliografiche

  • Vera Zappia Scordo, “Angolo: Protagonisti Fatti Testimonianze” 1985
  • Araldo Bertolini e Gaetano Panazza, “Arte in Val Camonica” 1983